Che impatto ha avuto il Covid su matrimoni, unioni civili e separazioni? L’ultimo report ISTAT su “MATRIMONI, UNIONI CIVILI, SEPARAZIONI E DIVORZI | ANNO 2020” offre una risposta su base statistica a questa domanda, a cui non è semplice rispondere in quanto è forte il rischio di considerare la pandemia come l’unica causa dei fenomeni in questione.
I dati ISTAT del 2020 sui matrimoni evidenziano “un crollo di portata eccezionale che ha quasi dimezzato il numero delle nozze in un solo anno: sono stati celebrati 96.841 matrimoni, 87 mila in meno rispetto al 2019 (-47,4%)”.
È evidente che la dimezzamento hanno contribuito le pesanti restrizioni imposte dalla pandemia. Basti pensare a misure di contenimento quali il divieto di assembramenti e l’imposizione di un numero massimo di persone in caso di eventi. Ulteriori elementi a sfavore delle nozze si sono aggiunti, poi, a seguito del dispiegarsi degli effetti sociali ed economici indotti dalla crisi sanitaria.
Secondo l’ISTAT, “il crollo del 2020 accentua drammaticamente la tendenza alla diminuzione della nuzialità che si osserva da oltre quarant’anni, legata a profonde trasformazioni sociali e demografiche. Sin dalla metà degli anni Settanta si è assistito sia alla posticipazione dell’età al primo matrimonio sia alla progressiva diffusione delle libere unioni”. In questo senso, il Covid ha semplicemente funto da catalizzatore di una tendenza già in atto: non un drammatico dietrofront, dunque, ma una accelerazione di processi già in corso.
La pandemia ha avuto un impatto, anche se contenuto, pure sull’andamento dell’instabilità coniugale, soprattutto nel periodo delle chiusure degli uffici e delle restrizioni alla mobilità. Infatti, nel 2020, le separazioni sono state complessivamente 79.917 (-18,0%). Nello stesso anno i divorzi sono stati 66.662, il 21,9% in meno rispetto al 2019 e il 32,7% in meno nel confronto con il 2016, anno di massimo relativo (99.071 divorzi).
La causa della riduzione di separazioni e divorzi sta dunque in un fattore “burocratico”, effetto indiretto della pandemia. E pensare che qualcuno, all’inizio dell’epidemia, vaticinava un aumento esponenziale di separazioni e divorzi a causa della forzata coabitazione di coniugi in crisi che avrebbe condotto a una situazione esplosiva e intollerabile.
Vedremo se queste tendenze regressive si consolideranno nel tempo o se sono da considerarsi puramente congiunturali. Come è evidente, però, i fenomeni sociali, come matrimoni e separazioni, non sono riconducibili a un’unica causa diretta: perfino un evento “apocalittico” come una pandemia finisce con il produrre determinati effetti più in maniera mediata che lineare.