Sono chiare le cifre riportate nell’ultimo rapporto Antigone a proposito dei detenuti stranieri:
Non c’è un’emergenza stranieri, non c’è un’emergenza sicurezza connessa agli stranieri. Il tasso di detenzione degli stranieri in Italia è diminuito di oltre 2 volte negli ultimi 10 anni. I detenuti stranieri sono addirittura diminuiti in termini assoluti rispetto al 2008, quando il numero dei non italiani residenti in Italia regolarmente o irregolarmente era la metà. Avrebbe dovuto raddoppiare. Invece no. Ogni diversa interpretazione e ogni allarme sono pura mistificazione.
Gli stranieri sono il 33,8% della popolazione detenuta. Gli stranieri non europei sono 13.490, ossia il 22,9% della popolazione detenuta. Nell’ambito di questo 22,9%, la presenza di detenuti con regolare permesso di soggiorno, seppur non stimata ufficialmente, è – secondo indagini a campione effettuate nei grandi istituti di pena – inferiore al 20%. Inoltre, gli stranieri commettono reati meno gravi rispetto agli italiani.
Questi dati suggeriscono inevitabilmente una conclusione “impopolare” per l’attuale governo e, in particolare, per il Ministro dell’interno: il modo per evitare che gli stranieri delinquano è attraverso serie politiche di inclusione sociale. Ogni politica basata sul rifiuto, sul razzismo, sul non riconoscimento dell’altro produrrà solo devianza, delinquenza, criminalità. Come sostiene ancora il rapporto Antigone:
La regolarizzazione è […] funzionale alla sicurezza del paese, alla riduzione dei crimini. Una grande regolarizzazione degli attuali irregolari determinerebbe, alla luce dei dati statistici, un’ulteriore riduzione della presenza di detenuti stranieri.
Basta, dunque, seminare odio e avversione per l’altro! L’unica soluzione è l’inclusione attiva.