Ha fatto molto rumore l’inchiesta radiofonica del giornalista e musicista Moritz Weber, trasmessa a novembre dall’emittente pubblica svizzera sfr, sugli orientamenti sessuali del grande compositore polacco Frédéric Chopin (1810-1849). La conclusione, tratta dalle lettere private del “poeta del pianoforte”, è inequivocabile: Chopin era gay.
Lo dimostrano i numerosi passi in cui Chopin palesa il suo amore per l’amico e pianista dilettante Tytus Woyciechowski (al quale dedicò le sue Variazioni op. 2 e per il quale compose il valzer op.70, n. 3), come il seguente risalente al 27 marzo 1830: «Come sempre, porto con me le tue lettere. Come sarà bello per me tirare fuori la tua lettera e assicurarmi che mi ami. E almeno guardare la scrittura e la mano di colui che posso solo amare» o quest’altro dell’anno precedente: «Ho ricevuto la lettera in cui mi hai detto di baciarti» (14 novembre 1829). In un’altra lettera, i riferimenti omoerotici sono ancora più espliciti: «Non ti piace essere baciato. Per favore, permettimi di farlo oggi. Devi pagare per il lurido sogno che ho fatto su di te la scorsa notte».
Chopin scrisse altre lettere “compromettenti” a uomini suoi amici. Tra questi è possibile fare i nomi di Jan Matuszyński, flautista dilettante (di cui il compositore polacco scrisse: «Ho buoni motivi per stare con lui: lui è tutto per me. Passiamo le serate a teatro o ci visitiamo, a meno che non restiamo a casa tranquillamente per divertirci»), il pianista Julian Fontana, Antoni Wodziński (a cui Chopin scrisse: «Credimi, penso a te come a Tytus»), il diplomatico Wojciech Albert Grzymała.
Chopin non è il primo musicista classico noto per il suo orientamento omosessuale. I nomi di Tchaickovsky e Handel sono significativi al riguardo. Del resto, alle orecchie di noi contemporanei, la notizia dell’omosessualità di Chopin non desta certamente scandalo.
Il servizio di Weber è, però, interessante in quanto espone una tesi sorprendente. L’omosessualità del compositore polacco, trasparente dalle sue lettere scritte nella lingua madre, sarebbe stata travisata nelle traduzioni in altre lingue attraverso un abile operazione di mistranslation in cui i riferimenti e i pronomi relativi agli uomini verso cui mostrava interessi sentimentali sarebbero stati ignorati, soppressi o resi al femminile, contribuendo, così, a sostenere la reputazione eterosessuale di Chopin.
Lo dimostra, ad esempio, un brano di una lettera a Tytus del 3 ottobre 1829 in cui Chopin afferma: «Ho il mio ideale, che servo fedelmente, e con il quale non parlo da sei mesi, l’ideale che ho sognato per sei mesi, e alla cui memoria è nato l’Adagio del mio concerto, che questa mattina ha ispirato questo valzer che vi mando». Nella traduzione inglese delle Lettere polacche di Chopin, che è del 2016, la frase «con il quale non parlo da sei mesi» viene tradotta con «con la quale non parlo da sei mesi», lasciando intendere che l’ideale a cui si riferisce Chopin sia una donna. In realtà, le presunte avventure sentimentali di Chopin con donne come la soprano Konstancja Gladkowska e la sedicenne Maria Wodzinska non hanno mai avuto conferma e, con il senno di poi, la loro enfatizzazione nelle biografie del musicista appare più finalizzata a fornire una immagine normalizzante della sua esistenza che a fornire informazioni accurate sulla stessa.
Il traduttore inglese delle lettere di Chopin, David Frick, ha negato in un’intervista al «Guardian» di aver voluto manipolare il contenuto delle missive compromettenti del compositore polacco e ha smentito l’idea che esista una qualche cospirazione per tenere celata l’omosessualità di Chopin.
Fatto sta che, seppure non a causa di un complotto, ci sono varie ragioni per cui l’orientamento sessuale di Chopin è rimasto per lungo tempo segreto.
Innanzitutto, nel XIX secolo, l’omosessualità suscitava enorme scandalo e nessun musicista che tenesse alla propria reputazione avrebbe fatto volentieri coming out. In secondo luogo, Chopin era una persona estremamente riservata e aveva eretto una barriera tra la propria vita interiore e quella esteriore. «Bisogna conservare il mantello per coprire i sentimenti nascosti» si legge in una sua lettera del 15 maggio 1830. In terzo luogo, la Polonia non ha mai avuto un atteggiamento accogliente nei confronti degli omosessuali. Ancora oggi, il presidente, Andrzej Duda definisce il movimento per i diritti LGBT una “ideologia peggiore del comunismo”. Ecco perché, perfino nel XXI secolo, ammettere che Chopin, una delle icone polacche internazionali, fosse gay sarebbe un colpo basso all’orgoglio nazionalistico polacco.
Le traduzioni possono essere usate per rivelare o travisare. Un traduttore fedele traduce fedelmente indipendentemente dagli interessi di parte. Un traduttore infedele travisa deliberatamente per precisi interessi di parte. Il risultato può essere la propagazione e perpetuazione di idee false su persone e istituzioni. Un esito profondamente scorretto che, però, ci dimostra come le traduzioni non siano qualcosa di meramente letterario, ma abbiano la forza di cambiare la nostra visione dei popoli e del mondo.