La “lettura del pensiero”, detta anche “cumberlandismo”, dal nome del celebre mentalista inglese Stuart Cumberland (1857-1922), è una forma di esibizione artistica in cui il performer è chiamato a trovare un oggetto nascosto in una stanza mentre si trova in un’altra. Ciò viene fatto tramite varie tecniche, ad esempio prendendo per mano una delle persone che hanno visto nascondere l’oggetto e lasciandosi guidare dalla tensione muscolare dello spettatore. Una tecnica indubbiamente di non facile esecuzione, che è valsa onori e gloria a tanti mentalisti.
La “lettura del pensiero” fu studiata in particolare dal neurologo e fisiologo americano George Miller Beard (1839-1883), il quale analizzò con particolare attenzione le prestazioni del mentalista, e suo connazionale, John Randall Brown (1851-1926), uno dei più celebri dell’epoca, e condusse numerosi esperimenti in prima persona con vari soggetti.
Brown chiedeva ai partecipanti ai suoi spettacoli di nascondere un oggetto in un luogo scelto da loro e di poggiare il dorso della loro mano sulla sua fronte. Toccando la mano e lasciandosi guidare dai movimenti non deliberati dei suoi “complici”, Brown riusciva a localizzare l’oggetto nascosto tra lo stupore degli spettatori, alcuni dei quali non esitavano ad attribuirgli doti magiche. La spiegazione, tuttavia, di tali capacità era molto più “secolare” di quanto essi pensassero, come dimostrò Beard in vari suoi scritti.
Perché riuscivano gli spettacoli di Brown? A causa, rispose Beard, dei movimenti muscolari involontari e inconsci dei soggetti che vi partecipavano e da cui Brown si lasciava guidare nelle sue performance. Sulla scia di scienziati famosi come Carpenter e Faraday, Beard riuscì così a fornire una spiegazione razionalmente e scientificamente soddisfacente per la comprensione di fenomeni “misteriosi” che i più attribuivano all’azione di aure, vibrazioni misteriose e al “magnetismo animale” di cui parlava, più di mezzo secolo prima, Franz Anton Mesmer. In altre parole, la cosiddetta “lettura del pensiero” non era altro che “lettura muscolare”.
Per comprendere questo affascinante aspetto del pensiero umano, ho tradotto qui vari testi di autori che si sono occupati della cosiddetta “azione ideomotoria”. Si parte dal testo di William Carpenter (1852) “On the influence of suggestion in modifying and directing muscular movement, independently of volition”, atto battesimale di questo interessante meccanismo psico-fisiologico; dei due testi seminali di Michael Faraday (1853), “Table-turning” e “Experimental Investigation on Table-Moving”; per finire con “Physiology of mind-reading” (1877) di George Beard, scritti che, insieme, decretarono la “morte” di fenomeni misteriosi come i “tavoli giranti” e la “lettura del pensiero” e che conservano una straordinaria importanza attuale se pensiamo alle pretese degli attuali sostenitori di pseudomedicine, pseudoscienze e pseudoteorie scientifiche.
Queste mie traduzioni, corredate da una opportuna introduzione da cui ho ricavato, fra l’altro, il post che state leggendo, completano l’opera che avevo già iniziato traducendo lo scritto di Carpenter sopra citato.
Potrei in futuro tradurre altri testi classici dedicati all’azione ideomotoria, fino a realizzare un vero e proprio libretto. Vedremo. Nel frattempo buona lettura con Carpenter, Faraday e Beard.