In un post precedente, ho citato una ricerca che mostra che imprecare per dare rilievo a una affermazione può incrementare la persuasività di un argomento. Altre ricerche, condotte da Richard Stephens e illustrate nel libro Cattivi è meglio. I vantaggi nascosti di essere pecora nera, sembrano indicare che, a determinate condizioni, imprecare può aiutare anche a sopportare meglio il dolore. Imprecare, infatti, sembra innescare una reazione emotiva che produce quella che viene definita in medicina “analgesia prodotta dallo stress”. È un fenomeno noto al personale medico, ad esempio, alle ostetriche, che sono testimoni quotidiane di parolacce e bestemmie durante il travaglio e il parto. Attenzione, però! Chi impreca troppo nella vita quotidiana sviluppa un minore aumento della tolleranza al dolore quando impreca: in altre parole, chi dice troppe parolacce riduce la loro efficacia analgesica. Inoltre, imprecare fa sentire le persone più aggressive. Insomma, per trarre vantaggio dalle parolacce, ad esempio come lenitive del dolore, è necessario imprecare poco nella vita di ogni giorno, altrimenti non hanno alcuna utilità e causano aggressività. Gli effetti analgesici di bestemmie e parolacce sono così noti che, in inglese, è stata coniato perfino un neologismo: lalochezia, che indica “l’uso del linguaggio volgare per alleviare lo stress o il dolore”. Sono sicuro che questa parola entrerà, tra breve, anche nel vocabolario italiano.
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