Nel folklore europeo, il changeling è il figlio di una fata, di un elfo, di uno gnomo o di un altro personaggio mitologico, che viene sostituito a un bambino umano. Secondo la leggenda, il changeling è sempre malaticcio, deforme o, comunque, più problematico del bambino che sostituisce. Il tema ha, fra l’altro, ispirato una novella di Luigi Pirandello, La favola del figlio cambiato, scritta nel 1930-1932, e un film del 2008 di Clint Eastwood con Angelina Jolie.
Mi ha sempre incuriosito la figura del changeling. Ad esempio, perché i figli di fate o elfi dovrebbero essere sempre più malandati dei figli degli umani? La leggenda sembra inoltre offrire una spiegazione mitologica di fenomeni come l’autismo, la disabilità o altri problemi che affliggono l’infanzia. Come dire: se mio figlio è in queste condizioni è perché forse non è mio figlio, ma è il figlio delle fate. Che le cose stiano così è evidente in un brano del celeberrimo Martello delle streghe di Krämer e Sprenger, la “bibbia” della caccia alle streghe.
Vi è un altro terribile permesso di Dio sugli uomini, quando talvolta, dato che figli e fanciulli sono sottratti alle donne, vengono sostituti con altri dai diavoli. Questi bambini che comunemente si chiamano campsores – in tedesco Wechsel-Kinder – sono designati da una triplice differenza. Alcuni infatti sono sempre macilenti e piangenti e non basterebbe l’abbondanza di latte di quattro donne per allattarne uno solo. Alcuni sono prodotti a opera dei diavoli incubi, dei quali tuttavia non sono figli, ma propriamente di quell’uomo, il cui seme hanno ricevuto come succubi o durante una polluzione nel sonno. Infatti talvolta, con il permesso divino, sostituiscono questi fanciulli, dopo aver loro sottratto i figli. Talora i diavoli appaiono sotto l’aspetto di bambini e si congiungono alle nutrici. Queste tre specie di bambini hanno in comune l’essere grossi, malformati, di non crescere e di non venire allattati da nessuna abbondanza di latte, come detto prima; e si dice anche che spesso sono scomparsi. Ma perché la divina pietà permetta tali cose si può dire da una duplice causa. Da una parte perché i genitori amano troppo i figli per cui tali cose sono permesse per la loro utilità. D’altra parte, perché c’è da presumere che le donne di tal fatta, cui capitano tali cose, sono molto spesso superstiziose e in molti altri casi sono sedotte dai diavoli (Krämer, H., Sprenger, J., 1977, Il martello delle streghe, Marsilio, Venezia, pp. 329-330).
La sventura dei campsores, dunque, secondo Krämer e Sprenger, capita alle donne che amano troppo i loro figli e che, dunque, potremmo aggiungere noi, li “viziano”. Oppure alle più superstiziose in virtù di un atteggiamento probabilmente poco incline a una sana maternità. Appare evidente che le figure dei changelings o dei campsores servivano lo scopo di offrire una interpretazione accettabile (considerato il sistema di credenze dell’epoca) di problemi con i quali ancora ci confrontiamo – la malattia, la deformazione ecc. dei bambini – in un’ottica che tendeva a sostituire alla spiegazione razionale, medica di oggi, quella mitologica o religiosa del tempo. In entrambi i casi, mi sembra che la domanda sia la stessa: perché è successo proprio a mio figlio? Oggi parliamo di anomalie cromosomiche o problemi neurologici. Allora si parlava di elfi e fate che rubavano i figli degli umani.