A metà gennaio 2015, il Viminale rende noto di aver espulso dall’Italia il venticinquenne turco Furkan Semih Dundar, studente di fisica alla Normale di Pisa. Tra i motivi che hanno determinato l’espulsione, una serie di lettere minacciose alla CIA e il sospetto che Dundar voglia farsi esplodere davanti all’ambasciata statunitense.
Il 21 gennaio, Fabio Tonacci pubblica su «La Repubblica» un’intervista concessa dallo studente tramite mail. Tra le altre cose Dundar dice: «Hanno usato Google per tradurre i miei messaggi, e tutti sanno che non funziona bene con la lingua turca. Così hanno capito che volessi farmi saltare in aria in luoghi pubblici. Ma è tutto un equivoco». Secondo il turco, il messaggio in questione diceva invece qualcosa del genere: «Forse credete che mi voglia far esplodere di fronte all’ambasciata USA… ritenete davvero che non abbia di meglio da fare che pensare a voi giorno e notte?».
È difficile sapere se Dundar abbia tentato semplicemente di trovare una giustificazione alla propria espulsione o se davvero i suoi messaggi siano stati tradotti con la funzione Translate di Google. Se così fosse, però, la situazione sarebbe realmente imbarazzante: davvero il Governo italiano non riesce a fare di meglio che eseguire le sue traduzioni con una delle funzioni più contestate di Google? È possibile che una persona possa essere espulsa per un errore di traduzione? Nel passato è successo di peggio, come dico nel mio libro 111 errori di traduzione che hanno cambiato il mondo. Speriamo che questo non sia l’ennesimo esempio di cattiva traduzione che ha “cambiato il mondo”.