Le chiazze scure e chiare che osserviamo sulla Luna hanno sempre suscitato interpretazioni varie, diverse da cultura a cultura. Le persone sono state irresistibilmente attratte da queste chiazze e hanno provveduto, nei secoli, a istituire connessioni significative. In breve, a vedere delle cose. E questo sia prima sia dopo che l’uomo arrivasse sulla Luna.
Ma che cosa hanno visto gli uomini nelle chiazze sulla Luna? Tra tutte le risposte possibili, una emerge in maniera preponderante: l’oggetto più visto è sicuramente il cosiddetto “Uomo nella Luna”, un‟immagine più o meno antropomorfa che ha destato meraviglia in molti luoghi e molte epoche. Secondo una vecchia tradizione europea, l’Uomo nella Luna rappresenta un personaggio fuggito dopo aver commesso un crimine: i romani lo identificavano in un ladro di pecore; gli antichi germani in un ladro di cavoli; i cristiani pensavano che potesse essere Caino. Una vecchia superstizione francese lo identifica nel traditore per antonomasia, Giuda Iscariota. All’Uomo nella Luna accennano vecchie ballate e filastrocche, poeti e scrittori come Plutarco, Geoffrey Chaucer e William Shakespeare.
Si potrebbe pensare che, con il progresso della tecnologia, queste superstizioni siano state spazzate via. Dopotutto, le immagini antropomorfe sono dovute solo all’impossibilità di osservare da vicino le chiazze lunari e all’immaginazione pareidolica dell’uomo. Una volta risolto il problema, dunque, niente più visioni di esseri umani sulla superficie lunare. E invece, a metà agosto, vari siti giornalistici, ad esempio questo, questo e questo, hanno rilanciato la notizia che Wowforreel, un utente di Google Moon, strumento alimentato dalla NASA che permette di osservare la superficie lunare, avrebbe intravisto una figura umanoide aggirarsi sul satellite terrestre. Wowforreel, impressionato dalla visione, ha caricato su YouTube un video, visionato oltre cinque milioni di volte, con i risultati delle sue ricerche spaziali.
Nel video si nota effettivamente qualcosa. Che questo qualcosa corrisponda a un umanoide è però discutibile. Prima di azzardare ipotesi fantascientifiche, è necessario fare i conti con i limiti e la “creatività” del nostro sistema percettivo che, se alimentato da aspettative, credenze, convinzioni, può davvero spingerci a vedere ciò che la ragione ci consiglierebbe di esaminare con prudenza. È facile lasciarsi andare e avanzare speculazioni fantastiche, ma la storia della pareidolia ci insegna che tante volte gli esseri umani sono stati ingannati dalle loro percezioni. Nessun mistero, dunque. Se non la bellezza e genialità della nostra percezione. Ma questa storia ci insegna anche un’altra cosa. Nonostante il progresso tecnologico, l’uomo continua a essere affascinato dalla possibilità che sulla Luna, e nello Spazio in genere, possa esservi qualcosa. Dategli un appiglio e sarà disposto a vedere qualunque cosa. A dispetto della NASA e di tutte le diavolerie della tecnologia spaziale.