In un post precedente ho già accennato, al cosiddetto “effetto Baader-Meinhof”, detto anche “illusione di frequenza”. L’effetto Baader-Meinhof è il fenomeno in base a cui se notiamo un determinato evento, prodotto o oggetto per la prima volta, tendiamo a notarlo in seguito con maggiore frequenza, cadendo nell’illusione di credere che esso sia presente più spesso di quanto non sia o che addirittura, in casi estremi, il mondo “cospiri” affinché notiamo determinati eventi, prodotti o oggetti. In altre parole, essere improvvisamente consapevoli di qualcosa crea la falsa idea che quel qualcosa occorra più spesso.
Il fenomeno prende nome dal gruppo terroristico che tenne sotto scatto la Germania negli anni Settanta del XX secolo. Sembra che un tale Terry Mullen nel 1994 abbia scritto una lettera a un giornale in cui affermava di essersi imbattuto più volte nel nome del gruppo Baader-Meinhof dopo averne sentito parlare causalmente una prima volta.
Esempi di tale effetto sono quando si decide di acquistare un prodotto e improvvisamente scorgiamo quel prodotto tutto intorno a noi oppure quando, afflitti da una patologia, cominciamo a notare un numero crescente di articoli medici su quella patologia.
Secondo lo studioso Arnold Zwicky, che ha coniato il termine “illusione di frequenza” nel 2006, questo fenomeno coinvolge due bias cognitivi: l’attenzione selettiva (prestiamo attenzione solo a un determinato oggetto fra tanti) e la tendenza alla conferma (una volta che la nostra attenzione è selettivamente focalizzata su un oggetto, raccogliamo conferme continue dell’esistenza di quell’oggetto).
L’illusione di frequenza ha una sua ricaduta criminologica. Se siamo colpiti dalle scorribande di una banda di immigrati nel nostro quartiere, tenderemo a rinvenire in ogni immigrato del nostro quartiere un potenziale delinquente o ad accumulare continue testimonianze di pericoli provocati dalla banda. Se leggiamo un articolo sulla criminalità minorile, potremo rinvenire in ogni gruppo di adolescenti in cui ci imbattiamo una potenziale fonte di rischio per la nostra incolumità.
Naturalmente, l’effetto Baader-Meinhof può essere appositamente “coltivato” dai media che tenderanno a conferire maggiore visibilità ai fenomeni che maggiormente catturano l’attenzione, inducendo nello spettatore l’illusione che a maggiore visibilità corrisponda una maggiore frequenza. Anche il marketing può sfruttare l’effetto, convincendo il consumatore che un determinato prodotto sia davvero “sulla bocca di tutti”.
L’illusione di frequenza è un fenomeno realmente ubiquitario. E sono sicuro che, dopo aver letto questo post, lo noterete anche voi.