In quello che è probabilmente il libro meno celebre del filosofo, politico e patriota italiano Carlo Cattaneo (1801-1869), Psicologia delle menti associate, testo di proto-psicologia, letto forse solo dagli specialisti del settore, leggo questa improvvisa frase: «L’inattesa scoperta della tromba d’Eustachio, ossia d’un passaggio tra l’intima cavità della bocca e la cavità dell’orecchio, rivela in qual modo chi ascolta a bocca aperta, aumenti senza saperlo l’efficacia dell’udito» (Editori Riuniti, Roma, 2000, p. 90).
Ora, non so se ciò sia vero. Non so se ascoltare a bocca aperta aumenti realmente l’efficacia dell’udito, ma questa frase evoca in me un’immagine potente. Quella di decine e decine di uomini e donne, intenti ad ascoltare parole altrui a bocca aperta perché persuasi dalla scienza che ciò aumenti le loro capacità uditive.
Si tratta di un’immagine bizzarra, quasi paradossale. Ascoltare a bocca aperta sembra un comportamento appartenente più a un idiota che a una persona intelligente. Ma, se non fosse così?
Qualche tempo fa una rivista raccomandava agli uomini di urinare seduti. Solo in questo modo, sembra, la vescica riesce a svuotarsi completamente, evitando il ristagno, potenzialmente dannoso, di urina. Fare la pipì da seduti è un comportamento tradizionalmente associato alle donne. La rivista suggeriva, dunque, una femminilizzazione dell’uomo nel nome della scienza.
Ascoltare a bocca aperta e urinare seduti. Due comportamenti paradossali, in un certo senso, ma riscattati dalla scienza. Un po’ come i vaccini: rimedi a un male grande possibile tramite l’inoculazione di un male minore reale. È per questo che facciamo fatica ad accettarli e, anche quando li accettiamo, abbiamo sempre l’impressione di contravvenire a noi stessi.
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