Mi piace segnalare che anche il celebre sito Wordsmith.org, dedicato alla “magia delle parole”, elenchi tra le parole che rientrano nel vocabolario della lingua inglese il termine apophenia, ossia apofenia. Come al solito, Wordsmith ne indica la pronuncia – che è diversa dal corrispettivo termine italiano – e il significato: la percezione di connessioni o significati tra fenomeni casuali o non in relazione tra loro.
L’etimologia è fatta risalire al tedesco Apophänie, che a sua volta è composto da due termini greci apo– (via, lontano, distante) e phainein (mostrare). Il primo uso documentato del termine è collocato intorno al 1980. Per i curatori del sito, apofenia è un termine generale, mentre pareidolia sarebbe un esempio di apofenia.
Infine, come esempio di uso, viene citata una frase del romanzo di Elisabeth Sheffield Helen Keller Really Lived: A Novel (University of Alabama Press; 2014): «It was apophenia, which made you see the shape of a person in what were only cigarette fumes floating in the air».
A giudicare dai commenti dei lettori anglofoni del sito, il termine attira attenzione e interesse. Ulteriore ragione per leggere il mio libro dedicato all’apofenia, Apofenia. Interpretazioni razionali di eventi “misteriosi”, ancora oggi l’unica monografia sull’argomento.