Matto per una lettera

Tra le decine di notizie di cronaca che costituiscono il materiale narrativo su cui reggono i racconti brevi che compongono L’imitatore di voci dell’austriaco Thomas Bernhard (1931-1989), uno in particolare attrae l’attenzione di chi crede che anche un unico segno grafico possa influenzare le sorti degli individui, se non del mondo.

Il racconto, intitolato “Affermazione”, narra di un uomo di Augsburg internato in manicomio perché convinto che le ultime parole pronunciate dal poeta tedesco Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832) in punto di morte fossero state mehr nicht! [Basta!] e non mehr Licht! [Più luce!], come tramanda la tradizione. In realtà, aggiunge Bernhard ben sei medici si erano rifiutati di far internare il povero ossesso. Il settimo, però, non solo fu il responsabile della sua istituzionalizzazione, ma ricevette in premio anche la Targa Goethe della città di Francoforte per aver, per così dire, difeso la tradizione.

Questo racconto, che si suppone “vero” in quanto relativo a un fatto “realmente” accaduto, mostra come una sola lettera sia sufficiente a mutare radicalmente il senso di una frase pronunciata negli ultimi istanti di vita: se mehr nicht! evoca la volontà di abbandonare definitivamente un mondo ritenuto ormai intollerabile, mehr Licht! appare come il disperato tentativo di aggrapparsi a un residuo di vita, individuato nella luce, percepita come l’ultimo baluardo contro la morte.

Una sola lettera, dunque, è in grado non solo di distruggere una tradizione, ma anche di conferire un significato totalmente diverso alle parole di un celebre poeta.

Peraltro, sebbene, come è noto, si tenda ad assegnare significati speciali alle ultime parole pronunciate in vita, soprattutto da personaggi celebri, il mehr Licht! di Goethe non è affatto un poderoso pensiero sull’illuminazione dell’esistenza, né una riflessione sulla fisica della luce, bensì una prosaica richiesta di far entrare più luce in stanza. Sembra, infatti, che le ultime parole di Goethe siano state qualcosa come: «Aprite la persiana della camera da letto in modo che entri più luce».

Fonti:

Bernhard, T., 1987, L’imitatore di voci, Adelphi, Milano, p. 55.

Martin, G., “The last words of Johann Wolfgang von Goethe”, Phrase Finder.

Questa voce è stata pubblicata in errori di traduzione e contrassegnata con , , , , , . Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.