Una sottile forma di ignoranza

Dovremmo probabilmente abbandonare l’idea ingenua che l’ignoranza sia semplicemente una mancanza di conoscenza che si ripercuote negativamente su chi “ignora”, ovvero non sa.

Talvolta, l’ignoranza può essere abilmente brandita come un’arma per trarre un qualche tipo di vantaggio dalla situazione.

È il caso della weaponized incompetence (“incompetenza come arma”, appunto), un termine che circola in rete da qualche tempo, ma la cui origine sembra risalire a un articolo sul «Wall Street Journal» del giornalista Jared Samberg, il quale, nel 2007, coniò il termine “incompetenza strategica” (strategic incompetence) per descrivere quelle situazioni in cui si finge di non saper fare qualcosa per farla fare ad altri. Da allora, altri termini simili sono entrati nel lessico per designare lo stesso fenomeno: “incompetenza malevola” (malicious incompetence), “ignoranza strategica” (strategic ignorance) e altri ancora.

Sono diversi gli scenari in cui viene applicata la weaponized incompetence. Si va da chi affibbia al collega la preparazione di un PowerPoint “perché di informatica non ne capisco niente”, al marito che chiede alla moglie di lavare il pavimento “perché voi donne, queste cose le sapete fare meglio”, all’amico a cui chiediamo l’ennesimo favore “perché sei tanto bravo in queste cose”.

Si noti che, in tutti questi casi, ci si pone in maniera fintamente umile di fronte al collega/moglie/amico – posizione one down – per ottenere un vantaggio. L’altro/altra si sentirà gratificato/gratificata per il riconoscimento accordato alla propria competenza e svolgerà il compito senza spesso nemmeno sospettare di aver subito una manipolazione psicologica.

A rigore, è doveroso segnalare che l’incompetenza può essere reale in qualche caso, come simulata in altri. Anche nell’eventualità che sia reale, tuttavia, nulla vieta all’“inetto” di acquisire la competenza che tende ad assegnare agli altri se non la volontà, consapevole o no, di continuare ad usufruire dei vantaggi derivanti dalla sua posizione one down. In italiano, potremmo anche dire: “Fare lo scemo per non andare in guerra”.

Il termine weaponized incompetence è particolarmente attuale nell’ambito dei rapporti di genere. È incredibile come, ancora oggi, molti maschi rifiutino di svolgere le faccende domestiche “perché le donne sanno farle meglio”, quasi che tali compiti fossero iscritti in un programma genetico codificato solo nel DNA femminile. È evidente la volontà di scaricare responsabilità, spesso gravose, sul partner per liberarsene, sfruttando lo stereotipo di genere che vuole che “certe cose” siano appannaggio delle donne.

Si tratta di pura e semplice manipolazione psicologica, contrabbandata come riconoscimento di competenze, a cui molti di noi sono sensibili, forse per mancanza di autostima. Dovremmo sempre essere consapevoli delle conseguenze psicologiche e sociali della weaponized incompetence, arma relazionale spesso trascurata nell’ambito delle molteplici forme dei rapporti umani.

Per altre funzioni dell’ignoranza, rimando alla mia traduzione (preceduta da una corposa introduzione) di Alcune funzioni sociali dell’ignoranza di Moore e Tumin, vera e propria miniera d’oro di ciò che tutti dovremmo sapere sull’assenza di conoscenza.

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