Fare una ricognizione delle preghiere presenti nella Bibbia è impresa improba, complicata dal fatto che spesso la preghiera si presenta sotto forma di voto o invocazione e che il libro dei Salmi nell’Antico Testamento è un libro interamente di preghiere. Le preghiere sono dappertutto, anche perché rappresentano l’unico modo lecito di comunicare con Dio. Non si parla con Dio come si parlerebbe con un altro essere umano. Il rapporto non può che essere asimmetrico e la Bibbia è un libro comunicativamente asimmetrico.
Vorrei soffermarmi in questa sede su due preghiere contenute nel Vecchio Testamento che hanno attirato la mia attenzione.
La prima si trova in Genesi 28,20-22 ed è così descritta:
Giacobbe fece un voto, dicendo: «Se Dio è con me, se mi protegge durante questo viaggio che sto facendo, se mi dà pane da mangiare e vesti da coprirmi, e se ritorno sano e salvo alla casa di mio padre, il SIGNORE sarà il mio Dio e questa pietra, che ho eretta come monumento, sarà la casa di Dio; di tutto quello che tu mi darai, io certamente ti darò la decima».
Secondo Origene (185-214), uno dei più importanti teologi cristiani dei primi tre secoli, la preghiera appena citata può essere considerata la prima preghiera della Bibbia ed è curioso osservare che proprio la prima preghiera della Bibbia è una proposta di… voto di scambio. Sì, esattamente così. Il voto di Giacobbe promette a Dio la decima a condizione che questi lo faccia ritornare a casa sano e salvo, non dissimilmente da quanto farebbe un cittadino comune pronto a votare per un candidato in cambio di un favore di qualche tipo. Insomma, la prima preghiera della Bibbia non appare esattamente disinteressata. Un po’ come succede ancora oggi dal momento che la maggior parte delle preghiere rivolte a Dio riguarda la concessione di qualcosa che, per lo più, attiene alla salute, all’amore o al lavoro.
La seconda preghiera si trova in Esodo 17, 8-16:
Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalek e il suo popolo passandoli poi a fil di spada. Allora il Signore disse a Mosè: «Scrivi questo per ricordo nel libro e mettilo negli orecchi di Giosuè: io cancellerò del tutto la memoria di Amalek sotto il cielo!». Allora Mosè costruì un altare, lo chiamò «Il Signore è il mio vessillo» e disse: «Una mano s’è levata sul trono del Signore: vi sarà guerra del Signore contro Amalek di generazione in generazione!
Sì, avete capito bene. La preghiera di Mosè è efficace solo finché le mani del liberatore del popolo di Israele sono alzate. Non appena le lascia cadere, gli effetti dell’invocazione vengono meno al punto che Aronne e Cur sono costretti a sostenere le sue braccia! Come dire che la potenza della preghiera dipende non da ciò che si dice, ma dalla gestualità sottomessa che accompagna la parola. Il Dio di Esodo è un Dio che non dialoga con l’uomo da pari a pari, ma esige una costante sottomissione, perfino quando si prega. Solo prostrandosi in modo bizzarro e servile, l’uomo può sperare di avere un favore dalla divinità. Le sue mani devono essere sempre in alto, ben visibili dall’alto dei Cieli o il favore della divinità andrà ad altri. Più che una preghiera, un ricatto, una forma di sadismo, una prevaricazione.
Nella Bibbia sono presenti decine di preghiere “strane”. Sarebbe interessante raccoglierle e commentarle tutte.
In attesa che ciò avvenga, vi raccomando la lettura del mio La Sacra Corona. Storia, sociologia e psicologia del rosario, che offre un punto di vista inedito su una delle più straordinarie preghiere inventate dalla tradizione cattolica.