Gambling. La medicalizzazione di un comportamento ambiguo

È stato da poco pubblicato dalla casa editrice Aracne il volume Medicina, Filosofia e Cognizione a cura di Francesco Gagliardi e Marco Cruciani. Il testo contiene all’interno il saggio Gambling. La medicalizzazione di un comportamento ambiguo, scritto da me.

Nell’articolo descrivo come il gioco d’azzardo o gambling sia stato rappresentato in maniera diversa secondo le categorie di volta in volta dominanti. In tempi passati, il gioco d’azzardo è stato condannato soprattutto dalla religione perché implicherebbe un affidarsi al caso piuttosto che alla divinità e perché stimolerebbe comportamenti pagani, superstiziosi e contrari alla religione. Il gioco d’azzardo è stato condannato anche da un punto di vista morale. Sin dall’Illuminismo, i giochi d’azzardo sono stati considerati da filosofi e pensatori un iniquo balzello sulla povertà, un gioco immorale, responsabile della depravazione della plebe, una partita impari che lo Stato gioca contro il cittadino. I codici dei legislatori considerano con severità il gioco d’azzardo, in Italia si veda ad esempio l’articolo 718 del Codice penale. Da qualche decennio il gioco d’azzardo è considerato anche un fenomeno patologico ed è stato investito da un crescente processo di medicalizzazione. Risale al 1980 il suo inserimento, per la prima volta, nel DSM–III dove veniva compreso tra i disturbi del controllo e degli impulsi.

Nell’articolo ricostruisco il processo che ha portato il gambling a essere considerato non più (o non solo) un “vizio” o un “comportamento immorale”, ma un disturbo medico, codificato sia in ambito psichiatrico che dall’OMS. Sottolineo anche come di fatto questo fenomeno rientri in un più generale processo sociale di  medicalizzazione della vita che ha generato il monopolio medico su molte forme di agire umano.

Rimando, naturalmente, alla lettura dell’intero articolo (e dell’intero volume) chi fosse interessato alla tematica che, a mio parere, è estremamente attuale e viene spesso mistificata.

A conclusione di questa segnalazione, mi preme ricordare la lettura di uno dei primi articoli sociologici sul gambling: “The sociology of gambling” di H. Bloch che, sul mio sito, potete trovare anche in traduzione italiana.

Buona lettura.

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