La Franco Angeli ha appena pubblicato Lavorare nell’azienda liquida utilizzando l’apofenia. La capacità di riconoscere le connessioni nelle situazioni complesse. I curatori dell’opera sono Massimo Bornengo , Ezio Civitareale e Gianpiero Tufilli.
Si tratta di un testo unico nel panorama editoriale italiano. Non esistono, a mia conoscenza, altri testi che pongano in relazione i temi del lavoro e dell’apofenia, una relazione apparentemente azzardata, se non spuria, ma che è foriera di risultati estremamente interessanti.
All’interno del testo è presente un mio contributo dal titolo ““E fu così che trovai lavoro”. Dimensioni del lavoro e tendenze apofeniche. Una esplorazione” in cui tento di dimostrare come l’apofenia – la percezione spontanea di connessioni significative tra fenomeni che non hanno alcuna relazione tra loro – sia presente in maniera sottile e significativa in molte situazioni lavorative.
Il mio testo si conclude con queste parole:
L’apofenia è estremamente presente nella vita delle persone quando ricercano un lavoro; quando sono disoccupate o impegnate in un concorso pubblico; quando un collega viene promosso a loro scapito; quando vivono situazioni di ansia, preoccupazione o instabilità lavorativa. Inoltre, l’apofenia tende a essere trasversale rispetto all’ambiente di lavoro: che questo sia una fabbrica, un’impresa o una pubblica amministrazione, che sia caratterizzato da grande spettacolarità e visibilità, come il cinema o lo sport, le propensioni apofeniche hanno sempre modo di esprimersi e di raggiungere, talvolta, dimensioni cospiratorie e paranoiche.
Ciò rende necessario approfondire in maniera sistematica questo aspetto della psicologia sociale che non può essere più relegato tra gli aspetti bizzarri e marginali del comportamento umano, essendo, al contrario, una propensione ubiquitaria e onnipresente dell’agire comune.
Vi invito a leggere l’intero articolo e l’intero libro nella convinzione che troverete decine di spunti interessanti e innovativi su una dimensione – quella del lavoro – su cui non tutto è stato ancora detto.