È uno dei luoghi comuni più diffusi a proposito degli stranieri e anche uno dei più politicizzati. Nella sua versione più estrema recita: gli immigrati vengono in Italia perché le pene sono più lievi e, in genere, lo Stato è più indulgente nei confronti dei criminali. L’Italia, dunque, come una sorta di bengodi del crimine dove chi è straniero può delinquere a piacimento senza temere le conseguenze delle proprie azioni.
Quanta verità c’è in questa opinione? Stando all’ultimo Rapporto Antigone (XIII) ben poca. Secondo gli ultimi dati disponibili, i stranieri detenuti sono addirittura il 34,1% del totale dei detenuti nelle carceri italiane (56.436). In gran parte sono marocchini, romeni, albanesi e tunisini: non per una particolare propensione criminale dei cittadini di queste nazioni, ma perché sono tra le comunità più presenti sul nostro territorio. La maggior parte dei reati commessi sono contro il patrimonio e la legge sulle droghe a testimonianza che, come recita lo stesso Rapporto Antigone, “la devianza degli stranieri si connota per essere strettamente connessa a fattori economici e alle ridotte possibilità di sostentamento, il che conferma il legame tra situazione di irregolarità e facilità di acceso al circuito penitenziario”. La religione più diffusa tra questi detenuti, contrariamente a un altro stereotipo, non è la musulmana (11,4%), ma la cattolica (54%). Infine, non è vero che i detenuti stranieri a rischio di radicalizzazione terroristica siano numerosissimi: quelli su cui si concentrano i timori (ma ciò non significa che siano tutti terroristi) sono 365, suddivisi in “segnalati” (124), “attenzionati” (76) e “monitorati” (165). Tra questi ultimi ci sono 44 detenuti per reati connessi al terrorismo internazionale.
I dati del XIII Rapporto Antigone ribadiscono, dunque, una verità di segno opposto rispetto allo stereotipo corrente e già nota agli addetti ai lavori: gli stranieri sono più spesso condannati ed entrano in carcere con più frequenza degli italiani e, a parità di numero di ingressi in carcere, subiscono periodi di detenzione più lunghi. Se esiste, dunque, un doppio binario, non è quello paventato da molti secondo cui gli italiani vanno in carcere, mentre gli stranieri restano fuori. Dall’esame complessivo dei dati, appare una costante penitenziaria che può essere così sintetizzata: gli immigrati, rispetto agli italiani, hanno più probabilità di essere arrestati; gli immigrati arrestati, rispetto agli italiani, hanno più probabilità di essere condannati e detenuti; gli immigrati detenuti, rispetto agli italiani, hanno più probabilità di restare in carcere.
Per questo e altri miti sulla criminalità, rimando a due miei recenti testi: Delitti e 101 falsi miti sulla criminalità.