Qual è l’origine di Halloween? Si tratta di una festa pagana o cristiana? Gli Stati Uniti sono la sua patria? Fanno bene i cattolici a inveire contro di essa accusandola di essere un’occasione per evocare Satana? Oppure, è solo una festa consumistica ? Per rispondere a queste domande, propongo la traduzione, per la prima volta in lingua italiana, di un articolo dell’antropologo statunitense Ralph Linton, risalente al 1951, in cui vengono offerte risposte esaurienti alle domande poste in precedenza.
Come venivano visti i dipendenti pubblici alla fine dell’Ottocento? E come vengono visti oggi? Erano considerati fannulloni, furbetti e scansafatiche come vuole uno stereotipo corrente o occupavano uno status diverso? L’articolo del giornalista antifascista Claudio Treves, pubblicato nel 1894 sulla Critica sociale, e da me qui trascritto e introdotto, illumina il punto di vista socialista sulla faccenda, che presenta notevoli somiglianze, ma anche marcate differenze, rispetto alla rappresentazione odierna dell’impiegato pubblico.
Le azioni umane hanno spesso conseguenze inattese e non intenzionali, che non sono materiale di risulta, ma effetti che determinano la storia degli individui per come la conosciamo. In questo brillante articolo del 1936, un classico della sociologia, da me introdotto e tradotto per la prima volta in italiano, il sociologo americano Robert K. Merton illustra il concetto di “conseguenze non previste dell’azione sociale dotata di scopo” e le sue possibili implicazioni, introducendo a una nuova area di interesse teorico e applicativo per il sociologo: la sociologia dell’inatteso e del non intenzionale.
Una critica serrata e senza peli sulla lingua della criminologia lombrosiana, accusata di basarsi su una fallacia esiziale: quella di pretendere di ricavare conclusioni sulla moralità – oggi diremmo personalità – degli individui da caratteristiche fisiche e biologiche. A Criminal Head (1911) di Gilbert Keith Chesterton, qui nella mia traduzione e con una mia introduzione, rappresenta un testo ancora attuale per chi crede che l’interiorità degli individui trovi sempre corrispondenza in un tratto anatomico o fisiologico.
Che effetti hanno i mezzi di comunicazione di massa sui minori? Sono sempre negativi o possono essere anche positivi? Se i contenuti massmediali inducono reazioni anomale in alcuni minori, è questa una ragione sufficiente per un’azione censoria nei loro confronti? Risponde a queste domande lo scrittore britannico Gilbert K. Chesterton, in uno scritto del 1923 che sembra anticipare con grande lungimiranza alcune riflessioni che vedranno successivamente occupati, in maniera sistematica, molti psicologi e sociologi dei decenni a venire. Qui, nella mia traduzione e con una mia introduzione, the Fear of Film, da consigliare a tutti gli aspiranti sociologi delle comunicazioni.
Perché la gente va in vacanza? Perché abbandona le proprie dimore confortevoli per sobbarcarsi viaggi lunghi e faticosi, spesso stressanti e tediosi, per vedere cose e luoghi in maniera effimera e poco edificante? In questo breve scritto, risalente agli anni Venti del secolo scorso, da me tradotto e introdotto, Aldous Huxley, l’autore di Brave New World, offre una sua spiegazione del fenomeno, che, per alcuni versi, regge ancora. Certo, viaggiare è diventato oggi un comportamento di massa, niente affatto elitario e molto legato al consumismo, ma alcune caratteristiche evidenziate dal visionario scrittore britannico sono tuttora valide. Una lettura per tutti coloro che si apprestano o sono già andati in vacanza.
Perché le comete e i corpi celesti non esercitano più su noi moderni il medesimo fascino che esercitavano sui nostri antenati? Come mai la volta celeste non ci trasmette più presagi, previsioni e altri messaggi di speranza e di timore sul futuro? In questo brevissimo scritto, il filosofo inglese Bertrand Russell, una delle menti più influenti del XX secolo, ci rivela qual è l’invenzione che ha privato il cielo dei suoi poteri soprannaturali, rendendolo un luogo visibile solo attraverso telescopi e cannocchiali. Una riflessione irriverente che dice molto sul nostro atteggiamento nei confronti dell’esistenza e su come esso si differenzia dall’atteggiamento di chi ci ha preceduto.
Chi sono i falsi testimoni di cui parla lo scrittore irlandese Jonathan Swift nell’omonimo sermone pubblicato nel 1715 e qui tradotto da me con una mia introduzione? Oggi, si preferirebbe chiamarli propagatori di fake news o forse di disordine informativo. Perché è questo quello che fanno gli spacciatori di menzogne: avvelenano l’ambiente comunicativo, destabilizzando l’ordine dei rapporti sociali e insinuando diffidenza tra le persone per precisi scopi di parte, talvolta grettissimi. La denuncia di Swift è, dunque, attualissima a distanza di oltre tre secoli dalla sua iniziale genesi. Ulteriore motivo per apprezzare questo delizioso, poco noto, autentico gioiello dell’autore dei Viaggi di Gulliver.
Perché l’economia è definita la dismal science ovvero la “scienza triste”? Qual è l’origine di questa etichetta e per quale ragione fu coniata? Il creatore del termine è lo scrittore scozzese Thomas Carlyle di cui traduco il controverso “Occasional Discourse on the Negro Question”, scritto nel 1849 e qui presentato in italiano per la prima volta con una mia introduzione. Un testo francamente razzista, per l’ostilità evidente dell’autore nei confronti dell’abolizione della schiavitù, ma importante per capire l’avversione di uno dei maggiori storici britannici del XIX secolo per la scienza economica e, in particolare, per la legge della domanda e dell’offerta..
Viviamo nell’epoca del politicamente corretto, forma di purificazione linguistica finalizzata a creare, attraverso il verbo, una società più rispettosa e inclusiva, con il rischio tuttavia di imporre una “dittatura della parola emendata” con tanto di proscrizioni e sanzioni di ogni genere. In questo breve testo della scrittrice Doris Lessing, una riflessione di qualche decennio fa, ancora tremendamente attuale, sui pericoli e le conseguenze di una forma di codice linguistico che, secondo la scrittrice, rischia di minare lo stesso processo creativo dell’artista e che, talvolta, possiamo aggiungere, propone soluzioni più ridicole e patetiche che utili, le quali sembrano celare in modo ipocrita i problemi piuttosto che risolverli.
Scritto nel 1832, il Dialogo di un Venditore di almanacchi e di un Passeggere di Giacomo Leopardi rappresenta una delle più celebri riflessioni su quella che potremmo definire “psicologia del nuovo anno”. Partendo dal testo leopardiano e proponendo delle integrazioni con la psicologia delle fallacie cognitive, questo mio breve intervento intende offrire una nuova lettura del Dialogo nella convinzione che il poeta di Recanati aveva già capito, prima dell’affermarsi della psicologia come scienza, che l’illusione svolge un ruolo importante nella vita di ognuno di noi.
Nella nostra società animalista, corriamo il rischio di antropomorfizzare i nostri rapporti con i pets, con il rischio di attribuire loro qualità, pensieri e sentimenti che non hanno e che sono l’esito delle nostre proiezioni, consce o inconsce. Il breve testo, qui da me introdotto e tradotto in italiano per la prima volta, degli studiosi Estep e Bruce, problematizza l’impiego del termine “stupro” in relazione agli animali. Quanto è giustificato tale uso? Possiamo lecitamente affermare che gli accoppiamenti forzati tra maschi e femmine della stessa specie animale sono vissuti con la stessa carica connotativa di cui è caricato il termine in rapporto agli umani? Alla lettura dell’articolo, la risposta a questa difficile domanda.
Quanta verità c’è nell’espressione Vox populi, vox dei? Davvero i popoli possiedono un’anima saggia che consente loro di esprimere giudizi giusti e informati? E che conseguenze ha tutto ciò per la democrazia? Francis Galton, scrittore poliedrico e geniale, dice la sua in questo breve articolo del 1907, da me introdotto e tradotto per la prima volta in italiano. In virtù di un piccolo, ma ingegnoso esperimento, lo scienziato inglese conclude che le folle sanno essere attendibili nei loro giudizi. Forse più di quanto non immaginino. Perché? Leggete lo scritto e lo saprete. Possibilmente, armandovi di statistica e conoscenze su come condurre scientificamente un esperimento.
L’ambientalismo contemporaneo ha ormai assunto le sembianze di un culto della natura con tanto di sacerdoti, guru e martiri dell’ambiente, testi sacri da interpretare con devozione, dogmi a cui aderire senza porsi troppe domande, proseliti e sospetti di eresia (da “bruciare” sull’altare del ritorno alla purezza originaria), templi in cui celebrare il volere della natura, cibi da respingere (carni) e favorire (vegetariani o vegani), sanzioni da comminare agli “infedeli”, giorni del giudizio e comportamenti per non “peccare”. Di tutto questo parla il breve articolo dello scrittore Michael Crichton, L’ambientalismo è una religione (2003), qui tradotto e introdotto: un testo curiosamente profetico di alcune derive ambientaliste oggi evidenti a tutti.
Pubblicata nel 1890, How The Other Half Lives del danese emigrato negli Stati Uniti Jacob Riis rappresenta una delle più interessanti indagini sociali sui bassifondi newyorchesi mai realizzata. L’autore – egli stesso costretto alla miseria per buona parte della sua vita – illustra senza inutili eufemismi le condizioni miserrime in cui vivevano gli emigrati negli Stati Uniti alla fine del XIX secolo. Tra questi gli italiani, cui Riis dedica ben due capitoli della sua opera qui tradotti per la prima volta in italiano. A corredo del testo, una serie notevole di fotografie, che fanno di Jacob Riis uno dei pionieri della sociologia visuale.
Un delizioso sermone di Jonathan Swift, grande scrittore e acuto osservatore del suo tempo, su un tema ancora oggi estremamente attuale: perché le persone dormono in chiesa durante l’omelia? Quali doti narcotiche posseggono i sermoni che ogni domenica (ma non solo) i presbiteri impartiscono ai credenti? Quali sono le cause di un fenomeno tanto disdicevole e imbarazzante? E attraverso quali metodi è possibile evitarlo? Lo scrittore irlandese offre alcune illuminanti spiegazioni nel breve scritto A Sermon upon Sleeping in Church (1776) che qui traduco e introduco per il lettore italiano. Un esempio di come si possa discutere in maniera sapida su un argomento apparentemente futile e ozioso.
Come è possibile il terrorismo? Attraverso quali meccanismi psicologici è possibile uccidere decine e decine di persone continuando a percepirsi come persone degne e rispettabili? Leggi la mia analisi qui nell’articolo intitolato Terrorismo e diritti umani, ovvero come uccidere il tuo nemico senza problemi, incluso nel volume Terrorismo e dignità umana, pubblicato da Immagina Editore, Caserta. Perché uccidere è possibile se sono innescati i “giusti” meccanismi psicologici.
Per quanto paradossale, un villaggio turistico può essere paragonato a una istituzione totale, come descritta dal sociologo canadese Erving Goffman. Anch’esso infatti è un “luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che – tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo – si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato”. In questo breve saggio offro un’analisi del villaggio turistico sulla base delle suggestioni goffmaniane. Dall’analisi emerge che anche un luogo deputato al divertimento e al relax come il villaggio turistico presenta aspetti simili a quelli di un carcere o un manicomio.
L’avvelenamento del pozzo è una delle strategie argomentative più adoperate da politici, religiosi, populisti, truffatori dei nostri tempi e consiste nello screditare preliminarmente le idee dell’avversario per minare ogni sua affermazione o posizione successiva. In questo breve scritto, da me introdotto, scopriamo l’origine del termine, rinvenibile in un brano molto istruttivo dell’Apologia Pro Vita Sua del teologo ottocentesco Paul Henry Newman. Newman coniò il termine per descrivere la tattica retorica del suo rivale Charles Kingsley, che lo accusava di essere uno sciocco o un furfante per essersi convertito dall’anglicanesimo al cattolicesimo. Una lettura preziosa per difenderci dalle “armi” verbali che i nostri avversari possono adoperare contro di noi per avere la meglio sulle nostre tesi.
Chi è il ciarlatano? Quali sono i tratti che lo caratterizzano? Come possiamo riconoscerlo? Perché ancora oggi tante persone continuano a credere in chi promette loro la luna a dispetto delle assurdità delle sue teorie? A che cosa si devono i suoi apparenti successi? E se la storia della ciarlataneria rivelasse alcune caratteristiche profonde dell’atteggiamento mentale delle persone? In questo articolo, mettendo insieme le riflessioni di alcuni importanti autori sull’argomento, traccio un rapido identikit della figura del ciarlatano e tento di spiegare perché molti sono attratti dai suoi imbonimenti e cadano vittime delle sue tesi. Un tema estremamente attuale. Oggi come ieri.
I pettegolezzi sono solo una carie linguistica, una disgrazia conversazionale, un surplus verbale di cui potremmo fare tutti a meno o assolvono importanti, quanto inattese, funzioni comunicative? In questo testo dell’antropologo Max Gluckman, Gossip and Scandal (1963), da me tradotto in italiano per la prima volta e introdotto, una sorprendente rivisitazione dal punto di vista delle scienze sociali di un importante aspetto delle interazioni umane: molto più che un comportamento ozioso. Forse addirittura l’essenza del linguaggio stesso.
Che cosa fu la Donazione di Costantino? Come fu usata nel Medioevo? Quali furono le conseguenze del suo utilizzo? Come fu smascherata da Lorenzo Valla, homo rixosus, filologo e umanista del Quattrocento, polemico e inquieto, autore di un opuscolo dissacratorio ancora oggi attualissimo per il quale fu costretto anche a comparire davanti all’Inquisizione? In questo breve articolo, le risposte a queste stimolanti domande.
Come possiamo conoscere la realtà che ci circonda? Come possiamo sapere con sicurezza se ciò che accade intorno a noi si verifica esattamente così come sembra che si verifichi? Pochissimo di quanto conosciamo è tale perché ne facciamo esperienza in prima persona. Diventa, dunque, vitale il ruolo dei media, ormai vere e proprie fonti di conoscenza nella nostra società ipercomplessa. E se i media non si limitassero a farci conoscere la realtà, ma ne orientassero la percezione e la salienza dei suoi contenuti? Qui la traduzione di uno degli articoli fondanti della celebre teoria dell’agenda-setting: “Agenda-Setting and Mass Communication Theory” di Eugene F. Shaw (1979) con una mia introduzione.
Ti è mai capitato di sentirti osservato? Di voltarti e percepire effettivamente lo sguardo di qualcuno su di te senza alcun preavviso? Come è possibile tutto questo? Si tratta di una sorta di “sesto senso” o di un fenomeno spiegabile razionalmente? Qui, nella mia traduzione e con una mia introduzione, il primo articolo scientifico dedicato al fenomeno: “The Feeling of Being Stared At” del britannico Edward Bradford Titchener, uno dei padri della psicologia sperimentale. Un piccolo classico, mai tradotto in italiano, ma ancora estremamente attuale.
Leonardo da Vinci non fu solo un artista, uno scienziato, un botanico, un astronomo, un anatomista ecc., ma anche un avversario del paranormale. In questo breve testo sono raccolti i suoi scritti contro l’alchimia e la negromanzia, che rivelano un atteggiamento dissacratore anche nei confronti di un tema ancora oggi dibattuto: l’evocazione dei morti a scopi divinatori.
Può ciò che è falso divenire vero? Perché una menzogna raccontata per scherzo o per dileggio viene creduta a dispetto delle intenzioni del suo autore? E se la storia non fosse altro che un mucchio di sciocchezze che noi diamo per vere? E la verità? Potrebbe essere solo una delle molteplici, possibili interpretazioni della realtà? Questi interrogativi sorprendono il lettore alle prese con questi due articoli del grande giornalista americano Henry L. Mencken, ideale epigono di Jonathan Swift, Ambrose Bierce e Mark Twain. ma anche precursore di Alan Sokal, autore di una delle più note beffe mai concepite ai danni della scienza. Con una mia introduzione e con la mia traduzione.
Il curioso termine “profezia retrospettiva”, coniato dal filosofo inglese Thomas Henry Huxley alla fine dell’Ottocento, si riferisce alla capacità di utilizzare il metodo scientifico per scoprire eventi del passato che, altrimenti, rimarrebbero ignoti proprio come gli eventi del futuro. In questo saggio del 1880, da me introdotto e tradotto, Huxley, avvalendosi del noto racconto di Voltaire Zadig, illustra il funzionamento del metodo e descrive l’utilità che esso ha avuto, ha e avrà per tutte le scienze, dalla paleontologia alla biologia, dall’archeologia alla storia. Applicando questo metodo, tutti noi siamo in grado di penetrare in “ciò che fino a prima andava oltre la sfera della conoscenza immediata”. Un testo unico, ancora attualissimo.
Il familiar stranger è il pendolare che incontriamo ogni mattina alla stazione dei treni e di cui non sappiamo niente, nemmeno il nome; o il vicino di casa con il quale a stento scambiamo un saluto e che sembra tanto una “brava persona”; oppure ancora il runner che incontriamo alla stessa ora ogni giorno quando andiamo a correre e che si sembra tanto familiare. Il familiar stranger, studiato dallo psicologo Stanley Milgram, è una figura usuale del nostro panorama urbano anonimo e un personaggio ubiquitario delle nostre esistenze. Qui il breve saggio di Milgram dedicato a questa figura nella mia traduzione.
Broken Windows di George Kelling e James Wilson è senz’altro il più citato articolo di criminologia nel mondo occidentale. E non solo il più citato. Da esso sono scaturite iniziative, azioni, policy di contrasto al crimine, ancora oggi praticate a distanza di quasi 40 anni dalla enunciazione della teoria. Eppure, Broken Windows è più citato che letto. Qui è possibile leggere la mia traduzione dell’articolo originale con una introduzione che descrive il contesto della nascita del modello, la sua applicazione, le critiche che ad esso sono state rivolte, i successi, gli insuccessi, gli equivoci. Una lettura obbligata per chi vuole capire l’evoluzione del pensiero criminologico degli ultimi decenni.
Uno scritto a torto considerato minore del grande scrittore inglese Thomas De Quincey, Modern Superstition (1840). Siamo sicuri che la superstizione sia un relitto del passato, che noi moderni siamo immuni da ogni credenza magica, che la scienza domini le nostre menti come il soprannaturale dominava le menti dei nostri antenati? Per De Quincey, l’irrazionale impera ancora nelle nostre vite come in quelle dei potenti e lo dimostra attraverso una serie di esempi eruditi e sapienti in cui non mancheremo di riconoscerci. Qui la mia traduzione (con una introduzione che attinge alla psicologia e alla sociologia) dell’interessante saggio dell’autore di Le confessioni di un mangiatore d’oppio.
Genesi 4 ospita una delle storie ancora oggi più misteriose, sconcertanti ed enigmatiche della Bibbia. Una storia di cui è possibile fornire numerose letture, da angolazioni eterogenee; letture che, come in un giallo, si aggrappano a questo o quell’indizio indefinito per trarne spiegazioni, interpretazioni, commenti. È la storia di Caino e Abele. In questo testo del celebre antropologo britannico James George Frazer, da me tradotto, una interpretazione sorprendente del misterioso “marchio di Caino” (con una mia premessa). Che cosa era? Qual è il suo significato? Come si riconnette ad altri segni di cui ci parla l’antropologia? Una lettura affascinante di uno dei fondatori dell’antropologia contemporanea.
Il concetto di “distanza sociale”, riemerso nel lessico della epidemiologia generata dalla pandemia da Covid-19, è in realtà da tempo patrimonio delle scienze sociali. In questa raccolta di scritti classici, finora poco tradotti, di Robert E. Park (1864-1944) ed Emory S. Bogardus (1182-1973), tutta la freschezza di una riflessione ancora oggi estremamente feconda sulla distanza sociale, da arricchire alla luce delle declinazioni che del concetto sono state date nella nostra epoca pandemica. L’introduzione e la traduzione sono miei.
Una nuova forma di mitizzazione investe gli animali oggi. Non più divinità dotate di poteri soprannaturali, non più raffigurazioni di entità trascendenti o di esseri misteriosi a cui attribuire significati superstiziosi, gli animali sono oggi soggetti a forme estreme di antropomorfizzazione che coincidono con nuove forme, mai prima viste, di mitizzazione. Contro questo atteggiamento mistificante, lo psicologo Joseph Jastrow scrisse nel 1906 parole importanti che vale la pena di scoprire. Ecco la mia traduzione, per la prima volta in italiano, del suo articolo “Fact and Fable in Animal Psychology” con una mia breve introduzione.
Ancora sull’azione ideomotoria. Dopo la traduzione di “On the Influence of Suggestion in Modifying and Directing Muscular Movement, independently of Volition” di Carpenter, quella di “Table-turning” e “Experimental Investigation on Table-Moving” di Michael Faraday e dell’importante “Physiology of mind-reading” di George Beard per arricchire la comprensione di uno dei capitoli più affascinanti della storia della psicologia contemporanea. Qui le mie traduzioni con una introduzione più corposa rispetto a quella proposta per la versione del testo di Carpenter.
Come si spiega il fenomeno dei tavoli che si muovono durante le sedute spiritiche? E la rabdomanzia? Che cos’è la comunicazione facilitata e perché non funziona? Come è possibile che alcuni animali “parlino” e facciano di conto? Tutti questi fenomeni, per quanto straordinari in apparenza, sono accomunati dalla medesima spiegazione: azione ideomotoria. Qui la mia traduzione del testo di William B. Carpenter “On the Influence of Suggestion in Modifying and Directing Muscular Movement, independently of Volition”, a cui dobbiamo l’introduzione di questo importante concetto.
Qual è l’origine del rosario? Secondo la “pia tradizione”, esso sarebbe stato consegnato nelle mani di san Domenico di Guzman (1170-1221) direttamente dalla madre di Gesù. Ma è vero? Questo breve articolo del gesuita inglese Herbert Thurston S. J. (1856-1939), pubblicato nel 1912 e da me tradotto, ridimensiona notevolmente le pretese agiografiche relative alla nascita del rosario sulla base degli esiti del metodo storico-critico. Un piccolo capolavoro di analisi, realizzato da un religioso controverso che mostra la complessità culturale, che diamo per scontata, di un oggetto ancora oggi molto usato. Con una mia breve introduzione.
Chi sono gli eroi? Esseri dotati di caratteristiche straordinarie o individui comuni? La tradizione ci ha abituato a concepire gli eroi come creature fuori del comune, eppure la contemporaneità acclama come tali persone del tutto ordinarie. Un esempio è fornito da medici, infermieri e paramedici in epoca di epidemia da coronavirus. Perché professioni considerate ordinarie fino a pochi mesi fa acquisiscono improvvisamente uno status eroico? La sociologia ci aiuta a chiarire il mistero. Qui un mio testo sull’argomento con la traduzione di “The Creation of Popular Heroes” di Orrin E. Klapp, un classico misconosciuto sul tema.
Quali sono gli effetti della diffusione di una epidemia sulla società? Che cosa accade quando l’ordine su cui si basa una comunità viene infranto da un virus mortale? Le conseguenze sono solo ed esclusivamente negative o anche positive? Ricorrendo al metodo analogico, il sociologo James Westfall Thompson nel 1921 propose una interessante analogia tra le conseguenze della Grande peste del 1348 e quelle del primo conflitto mondiale, aprendo la strada a un interessante modo di fare sociologia. Qui la traduzione dell’articolo con una mia introduzione. Per riscoprire nuove applicazioni di questa disciplina.
Imperversa oggi uno spaventoso “culto dell’ignoranza”. “La mia ignoranza”, dicono gli stolti, “ha lo stesso valore del tuo sapere”. Tutti, dunque, hanno il diritto di dire la propria opinione e tutto è ridotto a banale piattume. Non conta la scienza; non conta il sapere. Basta parlare perché in democrazia, anything goes. Questo fenomeno era già stato segnalato dallo scrittore Isaac Asimov circa quaranta anni fa in un articolo che oggi appare profetico. Qui la mia traduzione di “A Cult of Ignorance” del celebre autore di fantascienza con alcune brevi considerazioni introduttive sulle somiglianze tra l’epoca di Asimov e la nostra.
La percezione è una semplice funzione di fattori fisiologici o può essere condizionata da variabili psicologiche, sociali, culturali, antropologiche? In uno studio classico di Bruner e Goodman del 1947, troviamo una delle prime, sorprendenti risposte a questa domanda, che ancora oggi stupisce il lettore ignaro della forza che il mondo mentale in cui viviamo esercita su di noi. Qui la mia traduzione di “Value and Need as Organizing Factors in Perception” con una breve introduzione sui “misteri” della percezione.
“Siamo tristi perché piangiamo, siamo arrabbiati perché reagiamo, abbiamo paura perché tremiamo”. La traduzione, con una mia introduzione, di uno dei classici della psicologia che, ancora oggi, provoca stupore e paradosso in chi lo legge, anche più degli scritti di Freud: Che cos’è un’emozione? di William James (1884). Da qui derivano tutte le teorie contemporanee sulla psicologia delle emozioni e la sconcertante conclusione che forse le manifestazioni fisiche delle emozioni vengono prima dello stato d’animo che chiamiamo abitualmente emozione.
Che cos’è l’anima? Da cosa è composta? E poi è misurabile? Per il medico americano Duncan MacDougall, la risposta è sì e si traduce in un numero preciso: tre quarti di oncia, corrispondenti a 21,3 grammi. 21: il peso dell’anima. Ma le cose stanno proprio così o si tratta di junk science? Leggete qui la mia traduzione di uno degli articoli più bizzarri della storia della medicina – Hypothesis concerning soul substance together with experimental evidence of the existence of such substance – e lo saprete. Con una introduzione che fa il punto sul mito del “peso dell’anima”.
Le Osservazioni sul nazionalismo di George Orwell (1945) possono essere rilette come una descrizione dell’atteggiamento mentale settario e manicheo dei tifosi di calcio, che spesso assomiglia a quello dei più fanatici nazionalisti. Qui tento di offrire una originale rilettura “calcistica” del testo orwelliano, seguita dalla mia traduzione dello stesso. Le Osservazioni sul nazionalismo sono ancora oggi uno scritto estremamente attuale, considerati gli estremismi che caratterizzano la nostra epoca.
Che cosa è il bullismo? Come si differenzia da altre condotte violente a danno di minori? Che cosa è il cyberbullismo? E come si distingue dal cyberstalking? Quali sono gli equivoci e i meccanismi di disimpegno morale che irretiscono la comprensione del fenomeno? In questo mio breve scritto, alcune riflessioni su un argomento sul quale crediamo di sapere tutto, ma che, in realtà, genera ancora confusioni e minimizzazioni.
Perché lavorare? Qual è il senso del lavoro nella società contemporanea? Secondo l’anarchico Bob Black, è necessario abolire il lavoro per ridare significato alle nostre esistenze. Perché il lavoro è noia, imposizione, monotonia, insoddisfazione, alienazione. Parole di un anarchico, ma parole mortalmente serie, come è serio il gioco, visto come soluzione alla condizione di apatia stagnante in cui viviamo. Qui la mia traduzione di The abolition of work di Bob Black.
Il dolore è solo un fenomeno fisiologico o investe dimensioni psicologiche, sociologiche, antropologiche che ne condizionano la percezione? In determinate circostanze, a parità di lesione, avvertiamo un dolore più intenso o lieve di quanto avvertiremmo in altre circostanze? Questo seminale studio di Henry K. Beecher (1956), da me tradotto e introdotto per la prima volta in italiano, mostra come il contesto sia cruciale nel determinare la percezione del dolore. Una lezione che solo da poco abbiamo imparato a fare nostra e che ha importanti implicazioni pratiche: l’atteggiamento del medico e l’ambiente di cura possono giocare un ruolo decisivo nella battaglia contro uno dei grandi avversari della condizione umana.
Lo studio dell’effetto placebo rappresenta, ancora oggi, una delle imprese scientifiche più affascinanti per un ricercatore, non solo in ambito medico, ma anche in sociologia, in psicologia e in antropologia. Uno dei testi seminali in materia è “The Powerful Placebo” di Henry K. Beecher (1955) che qui trovate tradotto per la prima volta in italiano con una mia introduzione.
Che cosa fu The Monster Study? Che cosa intendeva dimostrare? Perché ancora oggi è annoverato tra gli esempi più eclatanti di scienza mostruosa? È vero che i soggetti di questo esperimento ne soffrirono le conseguenze per il resto della vita? Chi era Wendell Johnson? Un maestro o un orco? E Mary Tudor? Una semplice allieva o la complice di un atto orribile? Che cosa dire di Jim Dyer? Un giornalista investigativo o un pennivendolo alla ricerca di sensazioni forti? Le risposte a queste domande e molto di più in un mio scritto sull’argomento.
L’effetto Forer o Barnum rappresenta ancora oggi uno dei fenomeni psicologici più interessanti. Decine di studi ne hanno confermato la funzionalità nel tempo. Intellettuali e critici ne raccomandano la conoscenza per difendersi da sensitivi, medium, cartomanti, pubblicitari, politici e… psicologi. Qui la traduzione integrale, accompagnata da una mia introduzione, di “The Fallacy of Personal Validation: A classroom Demonstration of Gullibility” di Bertram Forer (1949).
Come funziona la comunicazione? Come è possibile raggiungere efficacemente l’audience per sortire effetti persuasivi? L’articolo “Some Reasons Why Information Campaigns Fail”, pubblicato nel 1947 e qui tradotto da me con una introduzione, rappresenta un classico sull’argomento che vale la pena di leggere e meditare. Da esso hanno avuto inizio gli studi contemporanei sulle comunicazioni di massa.
Molte leggende circondano la crudele setta medievale degli Assassini. Una di queste riguarda l’etimologia del nome che, secondo alcuni, rimanderebbe all’uso di hashish, sostanza a cui i membri della setta avrebbero fatto ricorso per meglio compiere i loro omicidi. Quanta verità c’è in questa ipotesi? Ed è vero che l’hashish può trasformare una persona in un omicida? Un mio breve articolo sulla questione.
Mark Twain criminologo? Potrebbe sembrare un azzardo. In realtà, alcuni scritti poco noti dimostrano una notevole attenzione dello scrittore americano nei confronti del tema del crimine e, in particolare, di alcune aberrazioni ancora oggi molto diffuse come la celebrazione dei criminali come eroi e la tendenza a “giustificare” su base psichiatrica alcuni comportamenti cruenti. Un mio testo che, dopo una breve introduzione, presenta due sorprendenti scritti del creatore di Tom Sawyer.
L’ignoranza non è semplicemente mancanza di conoscenza. L’ignoranza è costruita socialmente, assolve importanti funzioni sociali ed è adoperata a fini strategici e retorici. “L’ignoranza è conoscenza” come insegna la sociologia dell’ignoranza, una branca forse non tra le più note della sociologia con la quale, ai nostri tempi, è necessario fare i conti. In questo testo un mio saggio su una disciplina recente quanto affascinante che merita di essere conosciuta. Con la traduzione di “Some Social Functions of Ignorance” di Moore e Tumin (1949), uno dei testi fondatori in materia. Ora anche in una versione ampliata in un libro pubblicato dalla casa editrice Armando.
Che cos’è l’ageismo? Chi ha inventato il termine? Qual è il suo significato nella società contemporanea? In questo testo di 25 pagine, la traduzione inedita del fondamentale articolo di Robert N. Butler che, nel 1969, ha lanciato il termine nelle scienze sociali, preceduta da una mia introduzione che ricostruisce le vicende di quella che potrebbe essere la più diffusa forma di discriminazione dei prossimi anni. In appendice la traduzione di una intervista a Maggie Kuhn, fondatrice delle Pantere Grigie.
William I. Thomas (1863-1947) è unanimemente considerato uno dei principali sociologi ad aver contribuito al lessico delle scienze sociali. Presento qui due dei suoi più noti concetti – il Teorema di Thomas e il concetto di disorganizzazione sociale – nella mia traduzione dei brani delle opere da cui essi provengono. Una proposta interessante per chi è abituato a studiare i concetti della sociologia in astratto, facendo a meno dei testi originari e concentrandosi solo sulle definizioni.
Il terribile Human Resource Exploitation Training Manual (Manuale di Addestramento per l’Utilizzo delle Risorse Umane) è un documento riservato della CIA, datato 1983, poi desecretato dalla NSA. In esso troverete alcune delle tecniche di interrogatorio per le quali la CIA è diventata famosa, finalmente descritte e rese pubbliche. Un MUST per chi vuole capire come funziona ancora oggi il mondo al di là delle parole di orpello dei nostri governanti. Traduzione mia.
In questo articolo, intitolato Cospirazioni e trame segrete. Cause, motivazioni e limiti delle paranoie sociali, prendo in esame la ragione per cui la gente crede nelle cospirazioni e perché esse hanno tanto successo. L’articolo è stato pubblicato sul n. 46 di Scienza & Paranormale, la rivista del CICAP, nel Novembre/Dicembre 2002. A distanza di 10 anni, mantiene tutta la sua attualità. Anzi, come dimostra il caso del Codice Da Vinci di Dan Brown, le cospirazioni hanno guadagnato un successo ancora più grande presso il pubblico negli ultimi anni. A tal punto che scorgiamo trame e complotti dietro qualsiasi cosa accade nel mondo. Monti è forse un alieno? L’euro è una subdola manovra per schiavizzarci tutti? L’Unione Europea è un comitato per il dominio del mondo? Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, questo articolo fa per voi.
Questo breve testo dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton, intitolato “L’errore medico”, è un importante monito per chi tende a interpretare i fatti del mondo secondo metafore biologiche. Pensate a espressioni come “Gli americani sono un popolo giovane” oppure “Gli immigrati africani finiranno con lo spodestare i vecchi europei” o ancora “Questa canzone è sempre verde”. Si tratta di metafore talmente comuni che non ci facciamo quasi più caso. Eppure producono dei danni enormi di cui spesso non sappiamo valutare le proporzioni. Il testo è ricavato da What’s Wrong with the World, raccolta di riflessioni che Chesterton pubblicò nel 1910. La traduzione è mia. Consigliato soprattutto a sociologi, antropologi e psicologi.
Questo che vi propongo in pdf è il capitolo “Sull’origine del turpiloquio e della bestemmia” che doveva essere originariamente compreso nel mio libro Turpia, ma che fu successivamente espunto. Il capitolo offre alcune interessanti riflessioni sull’origine del turpiloquio e della bestemmia con excursus nella letteratura, nella Bibbia, nell’antropologia, nella psicologia, nelle scienze umane. Un testo – spero – originale e provocatorio che consiglio anche a chi non ha letto il mio libro.
La mia traduzione di “Observations on an Ethnic Classification of Idiots” di John Langdon Down, il testo che ha coniato il termine “mongolo”, facendo nascere una nuova categoria di disabili devianti. Un esempio paradigmatico di come le categorie possano essere create a tavolino, avere successo e decidere del modo di vedere e trattare le persone. Con esiti non sempre positivi. Un testo seminale sia da un punto di vista medico, sia da un punto di vista sociologico e criminologico.
La mia traduzione in PDF di un testo fondamentale, ancorché breve, del pensiero antropologico contemporaneo: La pornografia della morte di Geoffrey Gorer del 1955. Un testo che ci fa capire perché oggi il vero tabù non sia più il sesso ma la morte. A dispetto di quanto pensano moralisti e bacchettoni.
Chi fu il primo profiler della storia moderna? Probabilmente il medico britannico Thomas Bond (1841-1901) che, nel 1888, tracciò una brillante descrizione di Jack lo Squartatore. Come è noto non servì a molto, perché Jack non fu mai catturato. Resta il fatto che il suo profilo è entrato a buon diritto nella storia della criminologia. Ecco qui la mia traduzione in italiano.
Nel 1879, secondo la leggenda, Mark Twain pronunciò un irriverente discorso in pubblico sull’onanismo. Al tempo, parlare di masturbazione al cospetto di persone non era esattamente una attività popolare. Twain lo fece con la sua verve ironica e divertente che siamo abituati a conoscere. Sono poche paginette. Le ho tradotte qui in italiano con il testo originale a seguire. Spero che le troverete divertenti.
La propaganda di guerra ha sempre tentato di “inferiorizzare” il nemico descrivendolo come un animale che non ha nulla di umano. Il medico francese Edgar Bérillon inventò i termini “bromidrosi fetida” e “polichessia” per screditare i nemici tedeschi, accusati di puzzare e cacare troppo. Con Bérillon, dunque, l’odore e gli escrementi diventano armi di propaganda, ammantate di una terminologia scientifica altisonante che nasconde lo sciovinismo dietro l’apparente neutralità del verbo medico. Ecco alcune mie riflessioni sul tema.
Nel 1863, lo scrittore William Thackeray pubblica un breve articolo paradossale dal titolo On Being Found Out. Il testo è una critica della trasparenza a ogni costo, dell’imperativo del candore e della onestà per tutti ed evidenzia le conseguenze che “essere scoperti”, “essere smascherati” sempre e comunque avrebbe sulla società umana. Un testo estremamente attuale per noi che viviamo in quella che il filosofo Byung-Chul Han definisce la Società della trasparenza, una società che aborre il segreto e la sfera privata, ma che si regge sull’ipocrisia e la menzogna come non mai. Qui la mia traduzione del testo di Thackeray con una breve introduzione.
Pingback: Sul metodo di Zadig | romolo capuanoromolo capuano
Pingback: “Finestre rotte” di Kelling e Wilson | romolo capuanoromolo capuano
Pingback: Le “superstizioni moderne” di Thomas De Quincey | romolo capuanoromolo capuano
Pingback: Il “marchio di Caino” | romolo capuanoromolo capuano
Pingback: Park, Bogardus e la distanza sociale | romolo capuano
Pingback: Retoriche dei No Mask | romolo capuano
Pingback: Jastrow e gli animali mitici dei nostri tempi | romolo capuano
Pingback: Ageismo e coronavirus | romolo capuano
Pingback: Storia (critica) del rosario | romolo capuano
Pingback: 21 grammi: il peso dell'anima | romolo capuano
Pingback: Le osservazioni (indirette) sul calcio di Orwell | romolo capuano
Pingback: Il culto dell'ignoranza secondo Asimov | romolo capuano
Pingback: Forse è meglio abolire il lavoro | romolo capuano
Pingback: L'effetto Forer | romolo capuano
Pingback: Il "potente" placebo | romolo capuano
Pingback: Per una sociologia dell'ignoranza | romolo capuano
Pingback: Mark Twain. Criminologo | romolo capuano
Pingback: Contro la trasparenza a ogni costo | romolo capuano
Pingback: I pensieri sull'onanismo di Twain | romolo capuano
Pingback: Una curiosa teoria sull'origine del turpiloquio | romolo capuano